disegno umoristico


Attenti al MAP

Premettiamo due considerazioni. Uno: nelle piscine pubbliche la scritta “percentuale di cloro uno per mille”, sta a significare che ad ogni litro d’acqua ne corrispondono novecentonovanta­nove di cloro. Due: la scritta “temperatura media dell’acqua 24 gradi” sta a indicare che, durante il periodo invernale, quando è in funzione il riscaldamento, nella vasca vi è un flusso costante di un quarto di acqua a 95 gradi e tre quarti a un grado. L’acqua calda e la fredda, per una misteriosa legge fisica, non si mescolano mai, ma si dispongono variamente: a strisce longitudinali alternate, consentendovi di nuotare a scelta in corsia ribollente o ghiacciata; ovvero, più comunemente, a “multi-strato”, il che permette, stando in posizione verticale, di ottenere una congestione da colpo di freddo all’addome ustionandosi contemporaneamente spalle e polpacci. Adesso che è piena estate è possibile verificare l’esistenza di un’altra legge fisica, nota soltanto ai frequentatori di piscine scoperte, in base alla quale le suddette, anche a Ferragosto, quando l’asfalto dei bordi comincia a liquefarsi al sole, mantengono la propria acqua alle temperatura costante di quattro gradi.
Chi conosce tutto questo e si reca ugualmente in piscina è inequivocabilmente un "MAP", cioè un Maniaco Assatanato Piscine. Il MAP si divide in diverse sottospecie.
1. Il MAP ranista. È un uomo (?) che misura la propria esistenza a vasche. Pochi secondi dopo l’apertura della piscina, è già in acqua dove, con ritmo costante e inesorabile, comincia a nuotare a rana avanti e indietro, contando mentalmente le vasche percorse. Spesso, quando arriva a numeri di quattro cifre, perde il conto e ricomincia da capo. All’ora di chiusura i bagnini lo catturano con le reti o gli svuotano la piscina di sotto. Si tratta, bisogna riconoscerlo, di un essere dalla resistenza eccezionale: infatti è incredibile quante ore riesce a stare fuori dall’acqua. Quando il ranista emerge dalla piscina, tutti lo guardano per vedere se cammina a salti e non si stupirebbero di ritrovarlo, un giorno, in un ristorante tipico lombardo, infarinato e fritto.
2. Il MAP dorsista. Più che a un uomo assomiglia a un siluro. Percorre una sola vasca, al termine della quale si schianta contro il bordo della piscina.
3. Il MAP farfallista. È innegabilmente il più spettacolare. Sta a metà fra Tarzan e un ippopotamo. Quando entra in acqua, gli amici lo varano con una bottiglia di spumante. È un fenomeno vivente, perché, pur frullando con le braccia una massa liquida superiore a quella spostata dalla portaerei Saratoga e portando i flutti della piscina a “forza 10”, riesce a non avanzare di un millimetro.
4. Il MAP bordista. Costui, essendo un principiante del nuoto, si muove nell’acqua senza avere il coraggio di lasciare il bordo della vasca. Percorre chilometri di bordo e decide di avventurarsi al largo solo quando si trova esattamente sotto il trampolino. Viene fulmineamente affondato da un micidiale tuffo “carpiato-aerosilurante”.
5. Il MAP sub. È un insopportabile esibizionista. Dapprima cerca di attirare l’attenzione dei presenti con incredibili esercizi di ossigenazione costituiti da rantoli, gargarismi, ruggiti. Poi, con uno spaventoso bramito, si impossessa di tutta l’aria disponibile nell’ambiente e si tuffa. Mentre scivola sul fondo come un caimano per due, tre vasche consecutive, tenta di farsi notare cozzando con la testa contro una dozzina di bagnanti o addirittura mordendo qualche polpaccio. Ma tutti i presenti, che lo odiano, fanno finta di niente. Quando riemerge, cianotico, nessuno applaude né getta ghirlande di fiori come lui si aspetterebbe. Allora il folle, anelando far conoscere la sua impresa a qualcuno, si avvicina al bagnino e gli comunica trionfante: «L’ho fatta sotto tre volte!». La piscina viene immediatamente chiusa, il sub arrestato e il giorno dopo la sua foto compare sul giornale, nella cronaca cittadina, sotto il titolo: “Catturato il teppista insudiciatore della piscina comunale”.
Come si diventa MAP? È semplice: basta frequentare un corso di nuoto sotto la guida di un maestro. I maestri di nuoto appartengono a due categorie.
1. Il classico. Ha almeno cinquant’anni, le braccia ricoperte da tatuaggi e la voce da tricheco. I più rinomati sono provvisti di benda nera sull’occhio, uncino e gamba di legno e usano espressioni tipo “Corpo di mille balena!” o “Per la filibusta!”. Ogni maestro conosce una sua personalissima serie di torture che definisce “esercizi preparatori” e che vanno comunque eseguite rigorosamente all’asciutto. Se qualche allievo si trascina verso il bordo della piscina boccheggiando “acqua, acqua…”, il maestro lo allontana a scudisciate. Solo all’ultima lezione è concessa l’entrata nella vasca; gli allievi, penosamente spossati, vanno tutti a fondo, ma nessuno apre bocca, per timore che il maestro lo massacri.
2. Il moderno. Ha almeno due lauree e si esprime in tre lingue diverse. Per dodici lezioni, ricorrendo a grafici, schemi illustrativi, prove di laboratorio, dimostra come le leggi fisiche impongano al corpo umano di galleggiare. Alla tredicesima lezione gli allievi vanno tutti a fondo, ma nessuno apre bocca, per non apparire ignorante e oscurantista.
(Considerazione generale: nessuno, a memoria d’uomo, ha mai visto un maestro di nuoto nuotare).
Al termine di questi corsi, novantanove allievi su cento si comprano completi da tennista o attrezzature da scalatore. Uno solo torna in piscina.
È, senza via di scampo, un nuovo MAP.

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